Il Tribunale Nazionale Federale si è espresso oggi sul caso tamponi che coinvolge la Lazio e a giudicare dalla sentenza sembra che al club biancoceleste sia andata di lusso. Nessuna penalizzazione in termini di punti in classifica, 7 mesi di inibizione nei confronti del presidente Claudio Lotito e 12 ai medici sociali Ivo Pulcini e Fabio Rodia. Il club capitolino è stato anche condannato al pagamento di un’ammenda da 150.000 euro.

La Lazio era accusata di non aver rispettato i protocolli anti-Covid per la mancata comunicazione alle Asl competenti e la messa in isolamento di calciatori positivi. Il presidente Lotito e i medici Pulcini e Rodia erano stati deferiti dalla Procura Federale per non aver reso nota alle autorità competenti la positività ai tamponi Uefa di 8 giocatori in occasione delle partite di Champions League con Bruges (28 ottobre 2020) e Zenit San Pietroburgo (4 novembre 2020), per la mancata comunicazione alle Asl e la messa in isolamento di 3 giocatori positivi ai tamponi Uefa (Immobile, Leiva e Strakosha) prima della partita di campionato contro il Torino (1 novembre) e per l’inserimento nella distinta della partita contro la Juventus (8 novembre 2020) di un giocatore positivo (Djavan Anderson).

Lotito resta anche nel Consiglio Federale

Il Torino aveva chiesto di costituirsi parte civile, ma la richiesta è stata respinta e il club di Cairo non ha potuto così prendere parte al dibattimento. La Procura Federale aveva chiesto per Lotito 13 mesi di inibizione, mentre per i medici sociali 16, oltre una multa da 200 mila euro nei confronti del club. Con i 7 mesi di inibizione, il patron biancoceleste non supera così la soglia dei 12 mesi di squalifica in 10 anni e può così tenere il posto nel Consiglio Federale in quota Serie A.

Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG

ultimo aggiornamento: 26-03-2021


Juventus, Nedved conferma Pirlo e Ronaldo: “Restano al 100%”

Inter: tre partite in nove giorni per l’ipoteca sullo scudetto